Parliamo di qualche informazione tecnica prima di tutto!
Ho iniziato il mio percorso di Chemioterapia con infusioni a base di Epirubicina e Ciclofosfamide, un totale di 4 sedute ogni 14 giorni.
Questo periodo è stato per me il peggiore di tutto il percorso, specialmente durante le prime due sedute.
Nonostante fossi al corrente dei vari effetti collaterali, ero impaziente di iniziare la terapia per liberarmi nel minore tempo possibile del mio “piccolo amico”.
Procedura
- Martedì – esami del sangue per controllare che tutto fosse in ordine per ricevere la terapia
- Giovedì – flebo
- Venerdì – iniezione per stimolare la produzione di granulociti
- Tempo per rimettersi tra una seduta e l’altra (14 giorni)
Tempo
Un sacco di tempo! Forza e pazienza… d’altra parte più lentamente i medicinali arrivano nell’organismo più facilmente verranno gestiti, mitigando anche gli effetti collaterali.
Detto questo, il mio più grande problema era trovare qualcosa da fare nelle lunghe mattinate in ospedale.
Il giorno della terapia iniziava solitamente verso le 8:30: il primo passo era l’inserimento dell’ago (abbastanza facile per me visto l’accesso fornito dal “Port”- maggiori informazioni a riguardo prossimamente) dopodichè la flebo vera e propria con una durata di circa tre/quattro ore.
Medicinali
Prima di iniziare il percorso di terapia, la mia oncologa mi ha prescritto svariate medicine: alcune da usare obbligatoriamente in giorni specifici del ciclo, altre da usare in caso di bisogno al manifestarsi degli effetti collaterali.
Ho impiegato un po’ di tempo a capire i segnali, e soprattutto a prendere i farmaci al momento giusto.
Inizialmente, infatti, ho spesso aspettato che i sintomi fossero già troppo forti per poter essere placati con una semplice pasticca, ed ho trascorso giorni difficili. Con il tempo e la pratica ho imparato a non aspettare troppo, e ad agire subito al primo segnale.
Prevenire è meglio che curare!
Cibo
Il mio stomaco non era più quello di prima… e l’ho imparato a caro prezzo!
Ho fatto molta fatica tra nausea e reflusso gastrico nel primo mese, ma con i giusti farmaci e aiutandomi con alimenti appropriati, tutto è diventato più sopportabile.
La cosa migliore è mangiare quello di cui si ha voglia, senza eccessi ovviamente, visto che il fegato è già messo a dura prova dai medicinali.
Un’altra cosa utile è stata quella di razionare il cibo in vari spuntini durante tutto il giorno, piuttosto che optare per i classici pasti: colazione, pranzo e cena.
Olfatto e Gusto
In questo periodo olfatto e gusto hanno iniziato ad alterarsi.
Era tutto molto strano: non solo odori forti, ma anche profumi che avevo amato fino a qualche giorno prima, potevano scatenare forti nausee.
Anche il sapore del cibo ha iniziato ad essere diverso, e per alcuni alimenti era addirittura sparito… tutto ha iniziato ad avere un po’ lo stesso sapore.
Morale della favola: mangiavo senza gioia ma comunque ingrassando.
Capelli e peluria
Una fantastica ciliegina sulla torta in questo periodo è stata la perdita dei capelli.
Onestamente, per quello che riguarda la peluria in generale, è stato quasi un “sollievo”, niente ceretta per mesi! 😉
Scherzi a parte, diventare pelati nel giro di qualche giorno… è uno schifo.
Ho iniziato a perdere i capelli tra la prima e la seconda terapia, perciò ho deciso di rasarli quando ancora poteva sembrare una scelta.
La cosa divertente nell’essere stata pelata è stata la possibilità di usare parrucche di colori e stili diversi, turbanti, cappelli, ecc. (approfondimento su capelli e parrucche a breve in arrivo).
Stanchezza
Ricalcolo – In questo periodo ho definito un nuovo “parametro di misurazione” della stanchezza. Qualsiasi cosa risultava essere più difficile e stancante del normale. Ci vuole tempo per imparare a conoscere i propri nuovi limiti e la propria “autonomia di batteria”. La cosa migliore è riposarsi il più possibile e fare le cose poco per volta.
Tenersi occupati
L’ospedale era molto vicino a casa (10 minuti a piedi) e mi piaceva camminare andata e ritorno nei giorni di terapia.
Camminare è stata la mia attività preferita durante tutto il mio percorso, poiché mi faceva sentire come se fossi ancora in controllo del mio corpo.
E’ bene stare il più attivi possibile: il corpo reagirà meglio a tutto lo stress a cui è sottoposto.
Mantenermi attiva, qualche nuovo hobby e distrazioni varie mi hanno aiutato a superare la parte più ardua della chemioterapia.
Ci sono anche stati giorni in cui il solo alzarsi dal letto e vestirsi era un traguardo, ma andava bene così!
Con calma, e poco per volta ♥
Il mio percorso di chemioterapia continua con la Parte 2