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Un buon noncompleanno!

Ieri, esattamente un anno fa, ho scoperto che la mia tetta sinistra stava cercando di uccidermi.
In questo ultimo anno molte cose sono cambiate; altre invece, fortunatamente, sono rimaste le stesse.

Giovedì 13 Giugno 2019, è stato uno dei giorni più difficili della mia vita, e sicuramente il giorno più difficile della mia battaglia contro il Cancro (dal punto di vista mentale ed emotivo).
Una diagnosi di cancro è difficile da accettare. Credo che nessuno voglia sentirsi dire “Sono brutte notizie, è un tumore” ma io l’ho sentito forte e chiaro e non c’è molta scelta: bisogna armarsi di coraggio ed agire.L’unica cosa su cui si può decidere è in che modo affrontare la malattia, e quale atteggiamento avere. Non ho mai avuto dubbi al riguardo: chiudermi in me stessa e piangere è stata un’opzione valida solo per i primi giorni dopo lo diagnosi. Ho orgogliosamente seguito la strada della positività (ovviamente con alti e bassi: sarei stata una sociopatica altrimenti… beh può anche darsi), visto che consideravo la negatività estenuante, autodistruttiva e dannosa.

Dato che è tutto già abbastanza difficile, perchè complicare ulteriormente le cose con negatività e rabbia? Essere arrabbiati richiede un sacco di energia che può essere utilizzata in maniera più produttiva altrove! (Appunti per me stessa: utilizza questa saggezza da cancro anche nella tua attuale vita di tutti i giorni).

Quindi ho deciso di vivere questo percorso come un pit stop. Tempo di mettere in pausa tutto quello che stava accadendo e sfruttare l’occasione per imparare ad ascoltare me stessa.

Come mi ha cambiata il cancro?

Mi piacerebbe dire che il tumore mi ha reso una persona migliore, ma non credo lo abbia fatto. Credo mi abbia peggiorata 😉 Sono stata, per la maggior parte della mia vita da adulta, in modalità “zen”, soprattutto lontano da famiglia e amici, e ho sempre cercato di elaborare il mio pensiero prima di esternarlo, preoccupandomi sempre molto che le mie parole potessero ferire qualcuno. Questo meccanismo non funziona più. Adesso devo veramente impegnarmi per non far uscire il mio flusso di pensiero.
E’ come se la chemio avesse distrutto il filtro tra il mio cervello e la mia bocca, e oltretutto anche nell’eventualità in cui io riesca a stare zitta in alcune occasioni, si può facilmente capire quello che mi passa per la testa dalla mia espressione – soprattutto dal mio sopracciglio sinistro che si alza di brutto.

Riassumendo

Tempo di essere egoisti – Me first and the Gimme gimmes

Dico che il cancro mi ha reso più egoista: scommetto che questo processo è iniziato prima della diagnosi, credo faccia parte del diventare adulti, ma me ne sono resa conto solo durante questo percorso.
Ho fatto molte scelte nella mia vita, basate su quello credevo potesse rendere le persone intorno a me felici, per poi rendermi conto che il mio comportamento o la mia decisione non le rendeva affatto più felici, e finiva per rendere infelice me.  Andare via dall’Italia è stata una delle mie prime “decisioni egoistiche”.E’ stata una scelta difficile ma mi ha fatto sentire viva e orgogliosa di me stessa, e continua tutt’ora a darmi soddisfazioni.
Per me, è arrivato il momento di essere al 99% egoista, di mettere me prima di ogni altra cosa e di ogni altra persona, e di iniziare a conoscermi meglio.

Più forte di ieri

D’altro canto, devo dire che il cancro mi ha reso una persona più forte. Mentre dal punto di vista fisico la malattia mi ha letteralmente presa a calci (sono ancora in fase di recupero) dal punto di vista mentale è stata una buona scuola.

Imparare ad apprezzare le piccole cose e trarre vantaggio delle cose positive.

Ho imparato ad essere più felice con meno (meno capelli, meno appetito… scherzi a parte!)
Ho imparato ad essere più felice e ad apprezzare le piccole cose. Ho apprezzato ed assaporato il tempo che ho potuto trascorrere con i miei genitori (che ironicamente è stato quasi più del tempo che ho trascorso con loro da piccola). Affrontando la malattia, sono comunque riuscita a godere di piccole cose come gite giornaliere, concerti, e più tempo a disposizione per me in generale.

Amare se stessi

Non posso dire di accettare me stessa al 100%, ho ancora molta strada da fare, ma posso dire di sopportarmi un po’ di più di prima!

Meno parole e più fatti

Ama le persone intorno a te, quelle su cui puoi contare se hai una visita o un appuntamento, quelle che anche se sono fisicamente distanti sono sempre disponibili dall’altro lato della cornetta e soprattutto quelle che anche se dici “Non ho bisogno di niente” arrivano anche solo per portarti un caffè o, ancora meglio, un Gin Tonic 😉

Un anno fa ero ad Amburgo, spaventata e terrorizzata dal dover comunicare la notizia a famiglia ed amici e preoccupata per quello che sarebbe accaduto da lì a breve, un percorso di cura da affrontare e tante domande ma con il mio ragazzo e amici a mio supporto.

Oggi sono a Berlino, ho ancora tante domande nella mia testa e un sacco di incertezza riguardo al mio futuro, dal punto di vista lavorativo, geografico e soprattutto riguardo la mia salute.

Il mio ragazzo, la mia famiglia e gli amici ancora al mio fianco (alcuno più vicini altri più lontani).

Ma nonostante tutto sono felice ed ansiosa di tornare a lavorare (spero molto presto), di preparare la valigia per la mia prossima vacanza e di prenotare i biglietti per il prossimo concerto.